Mercoledì 29 Settembre 2010

Dalla parte dei padri

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"Patrizzare": essere simile al padre; somigliare al padre.

Questa è  la definizione che più comunemente si trova nei dizionari.

Eppure, quando ho cominciato ad usare questo termine pensavo al significato di: “fare il tifo”, “tenere per il padre”, “essere a favore del padre”, di quei padri, tanti, che incontro quasi quotidianamente nel mio lavoro, padri arrabbiati, delusi, impotenti, tristi, sofferenti, amareggiati, quasi sempre perdenti nei confronti delle madri rispetto ai figli.

E come si poteva non essere dalla loro parte, quando le madri li guardavano  con toni di sfida, di superiorità, di prevaricazione… “i tuoi figli non ti vogliono incontrare…”, “non sei stato un buon padre”, “eri sempre assente…”.

Colpi su colpi, a rimarcare il potere espressivo materno rispetto ai figli, baluardo certo da cui combattere un’inutile battaglia sulla genitorialità.

E nei faccia a faccia con i figli: “…Perché non vuoi vedermi?” chiede il padre sgomento, “Non voglio e basta, non sei mai stato un buon padre…” è la risposta del figlio, secca, decisa che non ammette repliche. In queste e in altre occasioni simili, ma sempre alle prese con i giudizi negativi degli altri, ho incontrato i padri, i loro sguardi pieni di paura, disperazione, impotenza. Ho sempre pensato che a loro fosse toccato in sorte un destino di marginalità, di estraneità, rispetto alla diade madre-figlio, che fosse stata imposta una funzione di autorità, di mediazione con la realtà, con l’impegno, il dovere, e che per far questo avessero dovuto costruirsi una maschera di severità, impenetrabilità, avessero dovuto rinunciare alle parole (“mio padre non parlava con me…bastava uno sguardo…”) trattenere i gesti, ricacciare le lacrime… Quanta ricchezza sprecata, quanta parte di storia non scritta: cronache brevi, schematiche: “Chi lo ha mai visto e sentito? Papà non c’era mai, era mamma che faceva tutto per noi…”

 

tratto da Di Padre in Padre. I tempi della paternità di Anna Coppola De Vanna, Fulvia D'Elia e Lazzaro Gigante, Edizioni La Meridiana, 2008

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